Prima
di iniziare dichiaro immediatamente che so benissimo che il Drago
Bianco Occhi Blu non è una carta imbattibile nonostante i suoi alti
punti di attacco e difesa ma il mio vule essere un discorso più
ampio.
Ho
20 anni e come la buona parte dei bambini della mia generazione ho
giocato molto a Yu-Gi- Oh fino a diventare profondo
conoscitore di migliaia di carte ma ricordo quando iniziai, alle
elementari; avevo poche carte e poca esperienza, un giorno riesco a
convincere mia madre a comprarmi lo starter deck di Seto Kaiba,
contenente il leggendario Drago.
Escludendo
le leggende sul conto di questa carta, come quelle messe in giro da
un mio compagno, il quale asseriva che il Drago fosse immune al Buco
Nero; agli albori della commercializzazione del brand il Blue Eyes
White Dragon era davvero tra i più forti mostri in circolazione ma
ciò che mi ha spinto a scrivere un titolo così
provocatorio è probabilmente la Nostalgia, la stessa che ci fa dire
“Eh ma i primi Pokèmon erano meglio” e che forse è ciò che ci
fa sentire superiori quando vediamo ragazzini più giovani giocare ai
giochi con cui giocavamo alla loro età pensando di saperne più di
loro solo perché abbiamo sperimentato quelli che autoprocliamiamo i
migliori, ovvero i primi usciti. Così
facendo si rischia di fossilizzarci sui ricordi e sul passato
ostruendo l’evoluzione naturale delle cose; certo, io stavo solo
parlando del Drago Bianco Occhi Blu, ma chissà se questo discorso
può prestarsi ad altre interpretazioni.
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